Le feste al Sasso: la seconda di maggio

La seconda domenica di maggio, si svolgeva la “Festa del Dono” durante la quale tutte le parrocchie della zona portavano il Dono al Santuario. ⁣
Nei mesi precedenti alla festa veniva svolta “la cerca del grano”, fino nel Mugello, per finanziare la festa; coloro che si occupano della cerca erano riconosciuti grazie ad un medaglione dato loro daI Camarlengo (Presidente dell’Opera del Sasso = un collegio di membri laici, appartenenti alle famiglie nobili della zona, che si occupava dell’amministrazione ed organizzazione del Santuario).⁣
Il giovedì prima della festa i contadini andavano al Sasso e iniziavano i preparativi. C’erano per esempio i brodai che facevano la minestra di pane nelle “olle”. Questi contenitori erano considerati sacri e venivano consegnati ai brodai con una cerimonia, se per caso un’olla veniva rotta, i frammenti venivano sepolti vicino al Santuario. Il brodaio era un incarico che si tramandava di padre in figlio oppure si veniva designati dal Camarlengo. Oltre la minestra di pane, si potevano mangiare lo stracotto e/o il “DOLCE FORTE”. Poi c’erano le “panaie”, le donne che realizzavano i pani per la festa e i boscaioli, incaricati dal Camerlengo di “mondare” degli appezzamenti in zona; per la festa venivano anche uccisi dei vitelli. ⁣

La domenica, le 18 compagnie, che rappresentavano i popoli della valle del Sasso (ma anche Mugnone e Mugello) si radunavano alle Lucole per poi salire al Sasso e portare doni alla Madonna. A Linari, alla fonte dell’Angiolo, veniva fatta una sosta per rifocillarsi e issare le insegne ornate da grano novello; avevano poi vari simboli, come il crocifisso, ed un’asta con dei ganci dove attaccavano i soldi portati in offerta alla Madonna. Nelle vicinanze del Santuario, una vedetta sul campanile annunciava l’arrivo delle compagnie con il suono delle campane. Queste dovevano poi attendere fuori dal cancello fino a che il Camerlengo verificava la presenza di spighe sul crocifisso. A quel punto potevano entrare a venerare la Madonna.⁣⁣
Le Sieci (Remole) portavano l’ Angiolino, un bambino vestito da angelo, sopra un asinello che entrava fino in chiesa. Dalle Sieci al Sasso, dove passava l’Angiolino veniva buttata la seminata, ossia fiori come la cascia e i papaveri.⁣⁣
Il quadro della Madonna delle grazie era solitamente coperto da delle tendine ed era scoperto solo durante le feste maggiori; per la festa del Dono  o le Sieci o Lubaco avevano il diritto di scoprire la Madonna.⁣⁣
Alle 11 veniva celebrata la Messa con l’offerta dei doni alla Madonna da parte di ciascun popolo. Successivamente si svolgeva la processione con la “benedizione delle campagne” dal muro lungo di fronte alla chiesa (detto delle patate perché vi stavano a sedere le ragazze single).⁣⁣
Il pomeriggio, nell’area de “le Castelline” (il parcheggio), c’erano canti, danze e giochi.⁣⁣
Ancora oggi la seconda domenica di maggio si svolge questa festa, ma in modo più semplice.⁣⁣

Per altre informazioni guardatevi questo video: https://youtu.be/GhVXNJ107WE⁣

La prima immagine è presa dal gruppo Sei dei Santa Brigida se…e proviene dall’archivio di C. C. Benvenuti. La seconda è presa da questo vecchissimo e interessantissimo articolo sulle feste al Sasso, p. 293 e ss.: https://www.digitouring.it/wp-content/themes/touring-theme/sfogliatore/index.html?id=90

La processione
Bambini con il “viticcio”, l’asta con ganci a cui erano attaccati i soldi da portare in dono alla Madonna

Lascia un commento